Amadori (CFC): “Come realizzare a Forlì una sanità per tutti e di tutti”

Andrea Amadori

«In una situazione sanitaria complessa come quella che già evidenziavo nel mio precedente intervento su “premessa su una analisi oggettiva sulle criticità della sanità” e, pubblicato in queste pagine poche settimane fa, espongo oggi le mie riflessioni per dare risposte per progettare una sanità per tutti e di tutti. Innanzitutto è necessario valutare l’assetto sanitario della nostra città per attuare interventi in grado di rispondere in modo adeguato ai fabbisogni del cittadino, sia in termini di liste di attesa che per quanto concerne la competenza di chi eroga prestazioni in questo ambito, adottando misure che permettano di potenziare, sin dalle scuole primarie, una corretta educazione sanitaria, che migliori la presa di coscienza da parte del cittadino di quanto sia importante prevenire le patologie con sani stili di vita, corretta alimentazione, igiene. Al contempo occorre sviluppare un piano di maggiore integrazione soprattutto della popolazione anziana nelle attività quotidiane sociali, favorendo l’aggregazione e la ricreazione nei Centri di ritrovo dedicati, per adottare programmi di attività fisica ed educazione alimentare» è l’analisi di Andrea Amadori candidato nella lista “La Civica Forlì Cambia“.

«Quale indirizzo strategico è fondamentale censire tutte le risorse disponibili nel nostro territorio in ambito sanitario, per valutare, in ciascuna, le principali attività e volumi di attività. Forlì può essere considerata dotata di un vero e proprio ‘Policlinico Diffuso’ ove accanto al nucleo principale costituito dall’ospedale Morgagni-Pierantoni esistono, infatti, almeno altre Strutture Sanitarie di estrema rilevanza quali il Consultorio, la Rete di nuclei di Cure Primarie, Villa Serena, Villa Igea, Villa Orchidee, la cui presenza a Forlì può essere valorizzata e resa maggiormente funzionale nel contesto Sanitario della nostra città. Nel 2023, Villa Serena, Villa Igea e Villa Orchidee hanno dato lavoro a 464 medici e professionisti ed erogato 236.528 prestazioni ambulatoriali, 7.382 interventi chirurgici, 8.478 ricoveri. Questi numeri, di estrema rilevanza, indicano di tutta evidenza l’importanza della attività di tali strutture. Basti pensare alle conseguenze negative, per l’ospedale Morgagni-Pierantoni, se le prestazioni sopra elencate fossero state allocate presso quest’ultimo e cosa sarebbe successo al già sovraccaricato sistema sanitario nazionale. Allo stesso modo, il Consultorio e i Nuclei di Cure primarie dovrebbero svolgere una attività progressivamente orientata ad agire da primo filtro per ridurre l’utilizzo improprio dei servizi forniti dall’ospedale Morgagni Pierantoni» argomenta Amadori.

«È necessario contare su tutte le risorse disponibili sul territorio forlivese, per creare una rete fattivamente collaborativa, fondamentale per ridare all’ospedale la possibilità di dedicarsi alla sua vera mission: il “problem solving” delle patologie ad alta complessità. Per permettere tutto questo occorre creare una “cabina di regia” costituita da tutti gli attori coinvolti, con lo scopo di confrontarsi periodicamente in modo costruttivo e verificare quali prestazioni possono essere svolte in ciascuna Struttura, concordando le modalità di accesso alle Strutture stesse ed orientando verso l’ospedale Morgagni-Pierantoni il volume di prestazioni a medio-alta complessità: un ‘Filtro’ veramente efficace porterebbe a ridurre drasticamente la percentuale di accessi impropri al Pronto Soccorso generale e specialistico, conseguentemente il numero di ricoveri per patologie a bassa complessità. Con l’aiuto di tutte le realtà citate è possibile permettersi la progettazione di iniziative volte ad una corretta educazione sanitaria, alimentare, fisica, di prevenzione. Nel contempo, le RSA e le Associazioni per persone della terza età gioverebbero di questo nuovo quadro per istituire al loro interno corsi di attività fisica standardizzati, basati su dati di evidence based medicine (EBM), e check up salute in loco. Progetti ed iniziative, quelle che ho descritto, certamente attuabili e progettabili nel medio periodo, quale punto di partenza per quel quid pluris in termini di valore aggiunto per la sanità della nostra comunità» conclude Andrea Amadori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *