Morgagni: «Parco urbano degradato e abbandonato, un memoriale dei fallimenti di Zattini»

parco urbano post alluvione

«Ogni giorno cresce la giusta preoccupazione di molti cittadini per lo stato di evidente incuria e abbandono del parco urbano, condizioni che si aggiungono al mancato ripristino dei danni susseguenti l’alluvione. Le preoccupazioni sono poi esasperate dall’atteggiamento elusivo e dalle risposte contraddittorie e reticenti fornite dal Comune in merito alle condizioni di un bene identitario così prezioso per la città. Nonostante ripetuti accessi agli atti e interrogazioni, a un anno dall’alluvione la Giunta non ha dato che informazioni frammentarie e inadeguate, finendo spesso per contraddirsi. Se a novembre l’assessore Petetta rispondeva a una nostra interrogazione affermando che i lavori di somma urgenza erano finiti, che gli interventi di ripristino e di rifunzionalizzazione del parco erano stati ultimati a eccezione del laghetto, che le piante e il manto verde non avevano subito alcun danno e compromissione e che, infine, il problema della giunta era solo quello di definire coi tecnici un piano di rilancio del parco, le dichiarazioni rilasciate recentemente dallo stesso assessore in Consiglio comunale e alla stampa contraddicono completamente questo quadro: a quanto pare i lavori di somma urgenza sono terminati solo da pochissimo; la completa rifunzionalizzazione del parco è in fase di progettazione e forse sarà terminata solo a fine anno; le piante hanno sofferto e rischiano l’asfissia» è l’attacco di Federico Morgagni consigliere di Forlì & Co.

«In mezzo a tali dichiarazioni, che si smentiscono l’una con l’altra, l’unico dato di fatto è la condizione di evidente trascuratezza in cui versa il parco, i cui tempi di ripristino sono stati via via posticipati e al momento non sono stimabili. Al principale polmone verde di Forlì sembra mancare anche la semplice manutenzione ordinaria, fra rami non potati, transennamenti e stradelli polverosi e mal tenuti. Per l’ennesima volta viene alla luce tutta l’incapacità della giunta nel farsi carico delle azioni necessarie per la ricostruzione di Forlì dopo l’alluvione. Il mancato ripristino del parco fa il paio con il rifiuto del Comune di effettuare un censimento dei danni dell’alluvione, il disinteresse del sindaco a confrontarsi con gli alluvionati e le continue giustificazioni fornite per i vergognosi ritardi del Governo nello stanziare i ristori promessi. Un colossale fallimento di fronte alla prova dell’emergenza che viene pagato ogni giorno dai forlivesi» insiste l’esponente di minoranza.

«Questa vicenda è lo specchio di un modo di governare Forlì chiuso e autoreferenziale, che nega ai cittadini le informazioni in merito alle condizioni e al destino futuro di uno dei beni comuni più preziosi della città. Bisogna mettere in evidenza come dopo tre accessi agli atti e due interrogazioni, il Comune non ha ancora chiarito quanta parte dei 502.000 euro donati da “La 7” per il recupero del parco sia già stata effettivamente impegnata e spesa. Eppure la trasparenza sulle donazioni legate all’alluvione dovrebbe essere un comportamento imprescindibile per qualsiasi amministratore. L’assessore Petetta chiude la sua recente intervista alla stampa locale con la proposta di tenere il fango mai smaltito e accumulato in una parte del parco come “Collina della memoria”. Pensiamo che se c’è una cosa di cui conservare la memoria sia l’incapacità dell’attuale Amministrazione di misurarsi con l’emergenza dell’alluvione e di rispondere alle giuste e legittime richieste dei cittadini di una ricostruzione equa, rapida e che non lasciasse indietro nessuno» conclude Federico Morgagni capogruppo Forlì e co.

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