Ora che il reddito di cittadinanza è stato cancellato, trovare personale stagionale sulla riviera romagnola, non è più un problema. Quest’anno i giovani non potranno far altro che alzare il loro deretano dal divano e accettare le allettanti proposte di lavoro che verranno loro offerte. La stagione turistico romagnola è salva.
Era ora che quegli smidollati fossero costretti a rimboccarsi le maniche e guadagnarsi da vivere anziché fare la bella vita con quel nientepopodimeno di risorse messe a loro disposizione dallo Stato.
È quindi certo che le cucine e le sale degli alberghi e dei ristoranti quest’estate saranno popolate da giovani lavoratori, così come i bar da baristi, le spiagge da bagnini, i negozi da commesse. Per non parlare delle donne delle pulizie che traboccheranno in ogni dove sulla costa romagnola. Finalmente la sterile ricerca di personale stagionale che le passate stagioni opprimeva gli operatori turistici è stata brillantemente risolta dal governo. Per onestà intellettuale va detto che andrà aggiunto un problema di sostenibilità ambientale non certo di poco conto: saranno infatti migliaia i divani che finiranno nelle isole ecologiche a causa del mancato uso. È ovvio che il loro smaltimento o recupero inciderà sui costi di gestione che però verranno in parte compensati dal versamento dei contributi di migliaia di nuovi lavoratori.
Oltre a ciò è importante sottolineare che a causa di questa enorme offerta di lavoro di molto inferiore alla domanda di chi è stato disarcionato dal divano, sarà inevitabile una contrazione degli stipendi. Di conseguenza gli attraenti stipendi che in passato venivano offerti ai giovani divanizzati, per la logica di mercato tra domanda e offerta, inevitabilmente saranno destinati a scendere. Le 10-11 ore di lavoro giornaliero di cui la meta in nero e senza giorno libero settimanale, non potranno più essere pagate con gli allettanti 5 euro all’ora del passato. Per l’estate 2024 quelle cifre saranno una chimera. Certo che per arrotondare lo stipendio si può sempre vendere il divano. Ma a chi?
Giorgio Venturi