Da sempre, le perle, magari le Akoya, quelle più preziose, piacciono molte alle signore: più sono di forma regolare, colore uniforme e senza impurità, più risultano uniche; da qui non a torto, il complimento “sei una perla di donna“, spesso proferito dagli uomini, magari pure con intenti di corteggiamento, per significare l’unicità di una signora nei loro interessi. Dunque, perla come sinonimo di unicità che può anche solo a restringersi ad una singola dote, ad una disposizione caratteriale o ad una particolare abilità professionale: è il caso della gentile signora Daniela Poggiali, pensionata sessantaquattrenne, già dirigente dei Comuni di Cervia e Ravenna, vera perla elettorale per l’unicità, per carità consentita dalla legge, ma non so in quale misura legittimamente apprezzata dai cittadini di buon senso, di essersi candidata alle prossime amministrative in due Comuni e in due liste diverse, seppur solitamente pappa e ciccia della sinistra.
Quindi, la Poggiali, candidata double face perché in corsa sia a Cervia nella lista del Partito Democratico a sostegno di Mattia Missiroli, candidato sindaco del centrosinistra, sia a Forlì con la lista centrista “Rinnoviamo Forlì”, supporter del centrosinistra contro la riconferma a primo cittadino del buon Gian Luca Zattini; lista, questa forlivese, né carne né pesce, solo spocchiosa conventicola frullata di Italia Viva, Azione, dei sopravvissuti alla diaspora socialista e dei pochi gatti repubblicani, ospiti a mezza pensione della sinistra pot-pourri. Mi suscita imbarazzo la signora Poggiali perché, stando all’antico adagio “dimmi con chi vai ti dirò chi sei”, dovrei certamente chiamarla “compagna” a Cervia, ma a Forlì con quale appellativo politico mai definirla, vista l’insolita compagnia di renziani, calendiani al sole socialista con tanta edera repubblicana arrampicatrice attorno?
Però, che simpatica candidata questa signora Poggiali, disposta addirittura a farsi in due per la sua passione politica: una Poggiali a Cervia, una Poggiali a Forlì, rispettivamente a sostegno di pari venditori di fumo, i candidati sindaci Missiroli e Rinaldini, e, sempre, con la stessa faccetta di tanta furba ingenuità, a stento nascosta dietro gli occhialini di chi maliziosamente ne sa più del diavolo. In fondo, la capisco, non si può star tranquilli quando sul tavolo politico del PD e dei suoi alleati il piatto piange, come nel titolo di un romanzo di Piero Chiara, e, di conseguenza, si è costretti a giocare su due tavoli, uno a Cervia, l’altro a Forlì, certi che, male che vada, si rimedia qualcosa che appaghi il proprio morso elettorale: sicuramente per la signora Daniela più facile una fetta di torta a Cervia che una misera briciola a Forlì. Però, volete mettere la soddisfazione di apparire agli occhi altrui la rara perla di un’incredibile corsa elettorale per il destino altalenante della sinistra in due Comuni della Romagna!
Tuttavia, mi sorge il dubbio se la candidata Poggiali possa presentarsi, sic et simpliciter, con la stessa faccia, anche un po’ tosta e impertinente, o debba emulare Giano bifronte, l’antico dio dei romani con due facce, per buggerare diversamente sia Cervia che Forlì. È un dubbio il mio che deriva, innanzitutto, dalla angosciosa domanda se la signora candidata si sia posto il problema quanto sia dignitoso giocare spregiudicatamente e con tanta sfacciataggine sul futuro politico, sulla scelta elettorale di due diverse comunità cittadine; poi, è un dubbio che mi deriva dalla convinzione che la gentile signora Poggiali non possa manifestare piena, comune coerenza propositiva perché diversi sono tra loro i problemi cervesi e quelli forlivesi, dunque nella necessità di differenti approcci risolutivi. Resta il fatto che la nostra signora Poggiali sia una perla di donna candidata, unica per questa sua rara disponibilità, tra Cervia e Forlì, a mettere tanta carne al fuoco elettorale per ricavarne chissà mai cosa! Contenta lei!
Franco D’Emilio