50° anniversario morte di don Pietro Garbin

chiesa san biagio

Esattamente 50 anni fa si spegneva a Forlì, don Pietro Garbin, primo direttore dell’Opera Salesiana forlivese, personaggio che ha lasciato un’impronta incancellabile nella storia non solo cattolica di Forlì. Nato nel 1907 a Saletto di Montagnana in provincia di Padova, don Garbin sistabilì in Forlì all’oratorio San Luigi assieme ad altri quattro confratelli nell’ottobre del 1942 in seguito alla richiesta fatta dal vescovo Giuseppe Rolla a don Pietro Riccaldone, quarto successore di don Bosco, di avere un oratorio salesiano nella sua città. In seguito all’occupazione tedesca di Forlì si impegnò nella accoglienza e nella protezione di sfollati e perseguitati dai nazifascisti, riuscendo a nascondere negli scantinati della chiesa di San Biagio circa 300 persone, fra cui partigiani e militari alleati fuggiti dai campi di prigionia.

Fra queste persone c’erano l’ebreo viennese Oscar Laufer, sua moglie Clara Grossberg e il loro figlio Bruno i quali, in seguito alla notte dei cristalli del 1938, dovettero affrontare un lungo cammino di fuga dalla Germania che si concluse a Forlì dove, malgrado i rischi connessi al nascondere degli ebrei, trovarono in don Garbin l’uomo che li difese dai loro persecutori. Determinante fu l’intervento della signora Grossberg presso il comando tedesco per far rilasciare diversi prigionieri e per impedire che, prima della loro ritirata da Forlì, i tedeschi non distruggessero le scorte alimentari rimaste in città, che don Garbin fece distribuire alla popolazione.

Convinto educatore dei giovani nei principi della dottrina sociale cattolica, ne favorì la diffusione in contrasto con l’ideologia totalitaria allora dominante, rischiando l’arresto. In una occasione fu messo al muro della sua chiesa per alcune ore sotto la minaccia dei mitra dei soldati tedeschi. Nonostante la persecuzione subita, finita l’occupazione nazifascista di Forlì don Garbin si offrì di assistere in carcere i suoi vecchi persecutori arrestati dagli alleati entrati in città il 9 novembre del 1944. Oltre che per l’ impegno religioso, Garbin in questo periodo si rese protagonista di una intensa opera civile di assistenza a quanti soffrivano i disagi e la violenza del conflitto: perseguitati, sbandati, sfollati. Nei locali dell’ex Gil, poi storica sede della DC in via dei Mille, gestì da ottobre del ’43 a maggio del ’44 un presidio ospedaliero d’emergenza, l’“ospedale don Bosco”; già dal dicembre del 1943, con la costituzione della sezione forlivese della Pontificia Commissione di Assistenza, don Garbin, in qualità di vicepresidente insieme a don Berardi, si prodigava nell’organizzare aiuti per alleviare le sofferenze e la miseria della popolazione civile. Con il passaggio del fronte il salesiano ebbe anche l’incarico dal CLN di occuparsi dell’aiuto ai reduci che cercavano di ritornare alle proprie case.

Dovette subire poi, un mese dopo la liberazione della città, il grave dolore dell’attacco aereo tedesco contro la chiesa parrocchiale che l’11 dicembre 1944 fu distrutta dalle bombe con il tragico bilancio finale di 19 morti. Strettamente connessa a questo tragico evento è un’altra grande opera di don Garbin, che appare come un simbolico segno della volontà di rinascere della intera città dopo la devastazione bellica: la ricostruzione della chiesa di San Biagio (iniziata nel 1951 e consacrata nell’ aprile del 1954) con l’ edificazione dell’oratorio e del grande convitto. Nel 1957 Garbin lasciò Forlì per essere destinato dai salesiani prima a L’Aquila, poi a Roma dove fu parroco della parrocchia di San Giovanni Bosco a Cinecittà, quindi ancora a L’Aquila e infine a Faenza. Tornò a Forlì poco prima della morte che avvenne il 9 ottobre 1973; poco prima di morire sussurrò “Sono tranquillo, disposto a vivere come a morire”. Le sue spoglie mortali riposano nella ricostruita Chiesa Parrocchiale di san Biagio. Una “pietra d’inciampo”, simbolo della sofferenza di chi patì la persecuzione nazifascista, ricorda il suo passaggio forlivese.

La memoria di questo figlio spirituale di don Bosco vive nella Opera Salesiana forlivese ancora oggi presente con le sue opere di educazione alla fede cristiana, di formazione professionale e di supporto ai giovani nel loro percorso di studio.
Lunedì 9 ottobre alle ore 18,00 nella Chiesa Parrocchiale di san Biagio Livio Corazza vescovo di Forlì-Bertinoro, celebrerà la Santa Messa in suffragio nel 50° anniversario della morte di don Pietro Garbin, primo Direttore dell’opera salesiana di Forlì.

Paolo Poponessi

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